Unep: come ridurre gli impatti dei prodotti in plastica monouso (VIDEO) - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile

2022-05-14 18:15:30 By : Mr. JACK PENG

Consumi | Economia ecologica | Inquinamenti | Rifiuti e bonifiche

Scegliere alternative riutilizzabili, trasformare il monouso in multiuso, progettare prodotti tenendo conto della circolarità e del fine vita. Il contesto geografico e sociale è importante

I prodotti in plastica monouso (Single-use plastic products – SUPP) sono sicuramente pratici ma, a causa dei danni che provocano attraverso la catena di produzione e distribuzione e come rifiuti, rappresentano una grave minaccia per l’ambiente e la salute umana. Secondo l’United Nations environment programme (Unep), «La combustione all’aperto  dei rifiuti di plastica, il consumo di frutti di mare contaminati dalla plastica e la creazione di microplastiche dannose sono solo alcuni dei motivi per cui i SUPP dovrebbero essere gradualmente eliminati» e l’eliminazione dell’inquinamento da prodotti di plastica è una componente importante dell’United Nations Decade on Ecosystem Restoration.

Il recente rapporto “From Pollution to Solution” dell’Unep  mostra che attualmente nell’oceano ci sono tra i 75 e i 99 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica e che nel 2016 circa 9 -14 tonnellate di rifiuti sono entrati nell’ecosistema acquatico. L’Unep stima che entro il 2040 questo inquinamento  sarà quasi triplicato a 23 – 37 milioni di tonnellate all’anno ed evidenzia che «La plastica è il più grande, più dannoso e più persistente dei rifiuti marini, rappresentando almeno l’85% di tutti i rifiuti marini».

Ma gli esperti affermano che la semplice separazione dei SUPP e il passaggio a prodotti monouso realizzati con altri materiali non è la soluzione. Claudia Giacovelli, program officer dell’Unep Life Cycle Unit fa notare che «E’ la natura monouso dei prodotti che è la cosa più problematica per il pianeta, più del materiale di cui sono fatti. La soluzione migliore potrebbe non essere la stessa in tutte le società, ma adottare un approccio life cycle può aiutare a porre le basi per prendere la decisione giusta».

Ecco alcune raccomandazioni della  meta-analyses of life cycle assessment studies on SUPPs della Life Cycle Initiative  e dell’Unep :

Scegliere alternative riutilizzabili. Dare la priorità ai prodotti riutilizzabili non è solo fondamentale per la salute ambientale, ma può anche essere conveniente. Le aziende che consentono ai consumatori di portare le proprie borse, bicchieri o contenitori possono risparmiare sulle spese di fornitura e stoccaggio legate ai SUPP, mentre i clienti possono evitare potenzialmente di pagare un extra per borsine della spesa o contenitori. Le borse della spesa in cotone e polipropilene non tessuto sono sempre più comuni, così come le bottiglie, le tazze e le stoviglie riutilizzabili e portatili in plastica e acciaio inossidabile. La riutilizzabilità è sempre più praticabile anche per i prodotti per l’igiene personale, attraverso prodotti come coppette mestruali in silicone e pannolini lavabili.

Trasformare il “monouso” in “multiuso”. Più un prodotto viene riutilizzato, minore è il suo impatto ambientale. Quando i consumatori non possono evitare i SUPP, dovrebbero mitigare il loro impatto ambientale riutilizzandoli quando possibile invece di smaltirli immediatamente. Ad esempio, è possibile riutilizzare sacchetti di plastica monouso durevoli, bottiglie, bicchieri, stoviglie e imballaggi per alimenti da asporto. Le alternative monouso realizzate con altri materiali non sono intrinsecamente migliori, il che significa che anche loro dovrebbero essere riutilizzate quando possibile. Ad esempio, potrebbe essere necessario utilizzare da 4 a 8 volte una borsina della spesa di carta per avere un impatto ambientale inferiore rispetto a una borsa di plastica monouso.

Progettare prodotti tenendo conto della circolarità e del fine vita. I consumatori non dovrebbero assumersi l’intero onere di ridurre gli impatti dei SUPP. Guidati dall’azione dei decisori politici e dei rivenditori, i prodotti dovrebbero essere progettati per essere sia leggeri che durevoli per massimizzare la riutilizzabilità. La produzione dovrebbe essere sostenibile, ad esempio utilizzando energia rinnovabile e materiali riciclati. Approvvigionarsi localmente ed evitare merci trasportate per via aerea è un altro modo per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti durante il loro ciclo di vita. Infine, devono essere considerati gli impatti di fine vita, in modo che i prodotti possano essere riciclati o scartati in modo ecologico quando non possono più essere riutilizzati.

Il contesto geografico e sociale è importante. Poiché sempre più aree propongono divieti dei SUPP, i responsabili politici devono considerare i contesti geografici e sociali quando identificano alternative appropriate. Fattori come i requisiti di produzione, l’uso previsto, la riutilizzabilità, la probabilità di produrre rifiuti, l’infrastruttura locale di gestione dei rifiuti e l’istruzione possono influire sul modo in cui le alternative sono proposte rispettose dell’ambiente. Il passaggio a opzioni riutilizzabili e il rafforzamento delle infrastrutture di riciclaggio e gestione dei rifiuti devono avere la priorità. Nel periodo intermedio, le aree con problemi di abbandono dei rifiuti dovrebbero evitare di utilizzare prodotti più leggeri perché è più probabile che vengano contaminati, anche se generalmente richiedono meno risorse per produrli.

In definitiva, eliminare i SUPP è solo un modo per ridurre il danno ambientale.

La Giacovelli conclude: «I Paesi vanno incoraggiati a promuovere azioni che portino a mantenere le risorse al loro massimo valore nell’economia, consumando meno e sostituendo i prodotti monouso con alternative riutilizzabili adatte allo scopo per un pianeta più sano».

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