18 progetti di design sostenibile firmate dai designer emergenti

2022-07-30 02:13:10 By : Ms. eco zhang

C'è il cappotto nato da una vecchia coperta e il docciaschiuma senza packaging, l'abito che usa l'origami per crescere insieme ai bambini e il cactus che diventa alternativa vegana alla pelle

Consapevolezza ambientale è una delle parole che viene in mente in questo periodo di forzato isolamento. Un sentimento, un pensiero, un nuovo ideale che può e deve trasformarsi in opportunità. Non ci possiamo permettere di tralasciare uno degli effetti collaterali che questa Pandemia per Coronavirus ci ha mostrato. Non lo dobbiamo fare. Il pianeta non ha bisogno di noi per sopravvivere (anzi!), e ci ha fatto vedere, per la prima volta a livello mondiale, che cosa potrebbe succedere, in pochissimo tempo, se non interferissimo più con le sue chiare e banali leggi. "È il peggior modo possibile di sperimentare il miglioramento dell'ambiente e - il lockdown - ci ha anche mostrato le dimensioni del compito", ha affermato Michael Gerrard, esperto di diritto ambientale presso la Columbia University. Le acque di Venezia sono ormai limpide, i leoni si rilassano su strade normalmente frequentate dai turisti di safari in Sudafrica, i delfini nuotano tranquilli in molti porti deserti, orsi e coyote vagano per alloggi vuoti nel parco nazionale dello Yosemite in California e i satelliti fotografano una riduzione delle emissioni di biossido di carbonio e di azoto, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, nelle aree più colpite da Coronavirus. Una nuova realtà verde poco allegra ma molto fervida. Ormai sono anni che architetti, designer, imprenditori e amministratori di ogni parte del mondo considerano il green issue come un aspetto fondamentale per la sopravvivenza della nostra specie. Il mondo del prodotto, il green design, è una realtà consolidata e, oggi più che mai, un’occasione.

Per questo motivo, come fosse un incentivo al pensiero positivo, alla voglia di cambiamento, anche in vista dell’avvicinamento della fase 2 e di un nuovo inizio, abbiamo raccolto una selezione di 18 progetti green nati dal recupero di manufatti vecchi, dal riuso di materiali di scarto, dalla filosofia zero waste o da progetti di sensibilizzazione che si inseriscono in quell’economia circolare che può diventare il nostro futuro.

È questo il motto del movimento della moda sostenibile guidato da giovani designer e artisti che, considerando il riuso e il recupero di manufatti tessili, provano a cambiare le regole di un settore dove fino a pochi anni fa sembrava che il produci-consuma-butta fosse l’unica legge. Unsung Weavers, il giovane marchio della moda consapevole, fondato in Arcadia (nome antico della regione greca del Peloponneso centrale) dall’architetto ingegnere e designer Elina Tseliagkou e dal designer fotografo Epaminondas Coutsicos, ha ideato una collezione di cappotti totalmente green. Il punto di partenza? Pesanti coperte cucite a mano da artisti locali - come da antica tradizione artigianale tramandata da generazione in generazione – filate e tessute con la lana delle loro pecore, tinte con fiori di acacia e altre piante autoctone. Un perfetto materiale grezzo che, lasciato in immersione sul letto del fiume per diversi giorni per diventare simile al feltro - impermeabile all’acqua – ed essiccato al sole, può essere rianimato dalla sapiente mano dei progettisti e trasformato in cappotti modellati sulle forme prese a prestito dagli archetipi dell’abbigliamento utilitario come le tradizionali giacche dei pastori e i cappotti dei monaci. LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

I modi e le iniziative per far fronte all'inquinamento degli oceani sono sempre più vari e creativi in tutto il mondo e mostrano come i rifiuti possano essere eliminati dando vita a qualcosa di nuovo e d’innovativo. Uno dei progetti pioneristici in questo senso èSecond Nature, concepito dallo studio di ricerca e design di Rotterdam The New Raw, che trasforma i rifiuti oceanici in sculture digitali. Lavorando a stretto contatto con pescatori e sommozzatori locali per raccogliere gli scarti delle reti da pesca sintetiche, i progettisti hanno elaborato, il materiale di recupero, in filamenti per creare una collezione di oggetti di design (a stampa 3D) - tra cui una serie di sculture a forma di conchiglia -, e aumentare al tempo stesso la consapevolezza generale sui problemi ambientali legati all'inquinamento della plastica in mare. LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

Si tratta di una ricerca sugli aghi di pino e di come questo materiale, di recupero, possa essere trasformato in un materiale per creare oggetti biodegradabili al 100%. Cheer Project è il nome del progetto realizzato da Gaurav Mk Wali. Con l’aiuto di leganti e cere naturali, le fibre di pino possono anche essere colorate grazie alla tintura naturale di alcune spezie indiane, Paese d’origine del designer, e l’intero processo di produzione è stato progettato per essere praticato come un mestiere sostenibile per contribuire a generare reddito nelle aree rurali di Himachal, nell’India settentrionale. LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

Hanno pensato di trasformare i cactus, che crescono davvero in abbondanza nello stato messicano di Zacatecas, in una pelle vegana che somiglia moltissimo alla pelle animale. La collezione Desserto - con la quale hanno già venduto sedili per auto, scarpe, borse e più in generale capi d'abbigliamento -, sfrutta l’idea di utilizzare la vegetazione autoctona che non ha bisogno di acqua per crescere. LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

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