Asia in rosso ma Cina tonica grazie alla produzione industriale e alla PboC - MilanoFinanza.it

2022-09-17 02:19:48 By : Ms. Tansy Feng

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L'Asia continua a viaggiare in rosso anche oggi, ma non la Cina, grazie ai dati macro che indicano un miglioramento dell'economia in uscita dai lockdown forzati di marzo-maggio e all'iniezione di liquidità della Banca popolare cinese. Alle ore 7:05 italiane il Nikkei cede lo 0,86%, mentre l'Hang Seng sale dell'1,27% e Shanghai dell'1,55%. L'oro viaggia laterale a 1.814 dollari l'oncia, il petrolio Wti americano staziona attorno a 119 dollari il barile. 

L'euro guadagna lo 0,10% a 1,0428, lo yen, ai minimi degli ultimi 20 anni sul dollaro, oggi recupera lo 0,43% a 134,84, la sterlina si colloca a 1,1927, mentre i mercati, dopo il forte selloff sui bond, questa mattina comprano il Treasury decennale il cui rendimento passa dal 3,47% al 3,44%, con i futures americani sopra la parità dopo una sessione incerta. I mercati sono nervosi, in attesa che stasera la Fed annunci un altro rialzo dei tassi, dovrebbe essere dello 0,5%, ma Goldman Sachs e JP Morgan si aspettano una stretta dello 0,75% che non si vedeva da 28 anni.

La produzione industriale cinese è cresciuta inaspettatamente dello 0,7% a maggio

La produzione industriale cinese è cresciuta inaspettatamente dello 0,7% anno su anno a maggio 2022, battendo il consenso del mercato per un calo dello 0,7% e arrivando da una contrazione del 2,9% nel mese precedente. La ripresa è stata supportata da un rimbalzo della produzione manifatturiera a seguito di un allentamento dei lockdown da Covid in alcune grandi città e da un ulteriore aumento dell'estrazione mineraria. Nei primi cinque mesi dell'anno, la produzione industriale è aumentata del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Le vendite al dettaglio in Cina sono diminuite del 6,7% a maggio, meglio delle attese

Le vendite al dettaglio in Cina sono diminuite del 6,7% su base annua a maggio 2022 rispetto alle aspettative del mercato di un calo del 7,1% e dopo una contrazione dell'11,1% nel periodo precedente (il dato più negativo da marzo 2020). L'ultima lettura ha segnato il terzo mese di fila di calo delle vendite, dal momento che i test periodici sul Covid e altri controlli rigorosi delle autorità sul fronte sanitario hanno continuato a ostacolare gli acquisti dei consumatori. Considerando i primi cinque mesi dell'anno, le vendite al dettaglio sono diminuite dell'1,5%.

La Banca centrale cinese lascia invariati i tassi, inietta 29,7 miliardi di dollari di liquidità

Mercoledì la banca centrale cinese ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento dopo aver abbassato i valori a maggio per sostenere il raffreddamento dell'economia. La People's Bank of China ha mantenuto invariato il costo del denaro a medio termine (un anno) al 2,85%, iniettando 200 miliardi di yuan (29,67 miliardi di dollari) di liquidità nel sistema bancario.

La banca centrale il mese scorso ha ridotto il tasso sui prestiti a cinque anni al 4,45% dal 4,6% nel tentativo di ridurre i costi di finanziamento per le imprese in difficoltà a causa dei lockdown prolungati a Shanghai e a Pechino. (riproduzione riservata)

Dopo il peggiore selloff su Wall Street nel 2022 (ieri l'S&P ha perso il 4,32% e il Nasdaq il 5,16%), l'Asia viaggia mercoledì 14 settembre in netto calo. Alle ore 7:05 italiane il Nikkei perde il 2,7%, l'Hang Seng il 2,37% e Shanghai l'1,07%. Le maggiori valute rialzano la testa sul dollaro un giorno dopo le forti perdite causate dal dato inatteso sull'inflazione Usa di agosto all'8,3%, oltre le attese. L'euro sale dello 0,3% a 0,995, lo yen dello 0,56% a 143,75, la sterlina dello 0,25% a 1,1523.

Nel frattempo, il T bond Usa decennale vede il rendimento volatile ma sempre in area 3,42%, mentre i futures su Wall Street sono positivi, in media, per lo 0,2%. I dati sull'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti superiori alle attese hanno alimentato i timori che la Fed dovrà muoversi in modo ancora più aggressivo rispetto alle attese precedenti di un rialzo del costo del denaro dello 0,75% per combattere l'inflazione spingendo ieri gli investitori a vendere le azioni.

Mercoledì l'indice del dollaro si è rafforzato vicino a quota 110 dopo essere salito dell'1,4% nella sessione precedente, tornando ai livelli più alti degli ultimi due decenni proprio dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione (Cpi) statunitense più forti del previsto che hanno sollevato le scommesse sulla necessità che la Federal Reserve si muova in modo ancora più aggressivo per...;

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