Packaging sostenibile: materiali processi produzione - Industry 4 Business

2022-05-14 18:19:08 By : Ms. Amee Wang

Il packaging sostenibile è un obiettivo dell’Unione europea entro il 2030. Il mondo dell’industria di settore e delle imprese che fanno eCommerce devono prepararsi alla transizione ecologica, passando a imballaggi eco-compatibili e green. Ecco come

Le politiche dell’Unione europea (Ue) puntano a raggiungere il 100% di packaging sostenibile entro il 2030. Ma la scelta di usare imballaggi eco-compatibili, green e circolari non è solo un obiettivo della strategia europea, dal Green Deal alla transizione ecologica del PNRR, per promuovere la protezione dell’ambiente e la transizione ecologica.

La sostenibilità è infatti un volano economico per le aziende, considerato che, secondo l’Harvard Business Review, il 65% dei giovani preferisce comprare prodotti da brand che sostengono la sostenibilità ambientale.

Il packaging sostenibile è un imballaggio sviluppato e realizzato in modo tale da ridurre l’impatto ambientale e l’impronta ecologica, senza perdere di vista le sue mission principali: l’imballaggio protegge il contenuto (dalla produzione allo scaffale, fino al consumo) e, allo stesso tempo, informa (grazie a etichette ad hoc, fornisce utili informazioni sul fronte sicurezza e igiene) e attira il consumatore, invogliandolo all’acquisto.

La sostenibilità associata al packaging significa:

Utilizzare imballaggi sostenibili e green serve a:

Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% viene raccolta per essere riciclata. Inoltre, le materie plastiche costituiscono l’85% dei rifiuti su spiagge e fondali marini. A causa della frantumazione in micro-plastiche, disperse nell’ecosistema e dunque in grado di finire nel ciclo alimentare, nel ciclo dell’acqua e dell’aria, inquinano l’ambiente e hanno effetti tuttora ignoti, ma potenzialmente dannosi, sulla salute umana.

Le aziende che impiegano il packaging sostenibile migliorano la brand reputation e ottengono un ritorno economico. Inoltre, da una recente indagine pubblicata su Forbes, è emerso che nove leader su dieci sono consapevoli del fatto che i giovani consumatori tendono a ricoprire di critiche le aziende senza un programma di tutela per il pianeta (o che fanno green-washing, fingendo di adottare strategie ambientali, solo per motivi di marketing).

La responsabilità sociale d’impresa genera un incremento delle vendite. Anche nell’eCommerce agroalimentare a livello globale, le aziende che adottano un packaging con materiali innovativi sostenibili traina il boom dello shopping online del food.

Da un’indagine condotta da Smurfit Kappa (produttore del cartone ondulato che ha conquistato l’eCommerce della moda, dove il fashion è sempre più eco-friendly), il 35% degli intervistati afferma che non farebbe shopping da marchi che non utilizzano packaging sostenibile e il 56% dichiara che l’imballaggio sia una cartina di tornasole per fidarsi della sustainability di un brand.

I fattori che rendono i materiali del packaging sostenibile sono cinque:

La plastica è riciclabile, ma purtroppo nove volte su dieci finisce in discarica, solo una frazione viene riciclata. Le aziende devono allora ricorrere a un packaging realizzato in materiali ecologici e sostenibili, a basso impatto ambientale. Dunque se scelgono imballaggi di plastica, devono prediligere una plastica biodegradabile, dal momento che il Pet o Polietilene Tereftalato non lo è (richiede 450 anni per decomporsi) e solo il 31% di questa plastica viene riciclata negli USA.

I materiali utilizzati per rendere il packaging sostenibile:

Le tendenze nella scelta dei materiali innovativi per il packaging sostenibile sono:

Il processo produttivo del packaging sostenibile deve ridurre l’impatto ambientale e l’impronta ecologica, migliorando:

Il processo produttivo di packaging sostenibile passa per la scelta del design, la scelta dei materiali (soprattutto innovativi), il processo di manufacturing vero e proprio e il ciclo di vita:

Gli imballaggi industriali sostenibili devono soddisfare i seguenti requisiti:

In Europa i rifiuti degli imballaggi alimentari rappresentano il 65% del totale dei rifiuti da imballaggio. In ambito alimentare, la sfida consiste nell’utilizzare imballaggi che rispettino i termini di conservazione dei prodotti, che siano adatti al contatto con gli alimenti e abbiano un ridotto impatto ambientale.

Sempre più diffuso è il cartone ondulato nel food, dove può essere impregnato di oli ed elementi antimicrobici presenti in frutta e verdura, per seguire la lenta maturazione dei prodotti, senza favorirne il deperimento e quindi diminuendo gli sprechi alimentari.

In ambito alimentare, il polistirolo nelle scatole viene rimpiazzato da cuscinetti di cartone ondulato per creare “fodere protettive” da posizionare all’interno delle confezioni. I moduli, collocati nella scatola, vengono irrobustiti e trattati termicamente, con uno strato di rivestimento composto da un particolare materiale isolante. Proteggono la merce da urti e incidenti, inoltre le scatole isolano i prodotti dalle temperature esterne, tra 0°C e 23°C. Sono adatti a trasportare alimenti refrigerati destinati alla grande distribuzione.

In ambito agro-alimentare, è molto importante il packaging sostenibile “parlante” ovvero dotato di soluzioni smart per assicurare: autenticità del prodotto, integrità della confezione e prove di manomissione e antifurto, tracciabilità. Il packaging con indicatori (tempo-temperatura, di ossigeno, di microrganismi), grazie a tag Rfid e sensori IoT, evita sprechi alimentari ed è in grado di identificare e velocizzare la ridistribuzione di derrate alimentari in scadenza verso circuiti solidali.

Gli imballaggi alimentari, oltre a impiegare foglietti assorbenti, bustine assorbi-ossigeno e materiali assorbi-etilene, rilasciano anche aromi, enzimi, antiossidanti e antimicrobici, per prevenire la formazione di microrganismi patogeni.

I food packaging alternativi alla plastica si moltiplicano, utilizzando nuovi materiali: fibre di legno, nano-argille (barattoli sostenibili sono creati aggiungendo sabbia e acqua al cemento), fecola di patate, lignina, funghi (equivalenti compostabili del cartone, capaci di tagliare del 90% le emissioni di carbonio, in grado di essere decomposti totalmente entro 90 giorni), bucce d’avena (derivanti dal processo di macinazione del frumento, incorporate nel pacchetto), fino a sottoprodotti dei semi di cacao.

Fra i materiali commestibili, attira l’attenzione OOho, un innovativo gel formato da una doppia membrana gelatinosa, formato da alginato di sodio ricavato da alghe marine e di cloruro di calcio. Si presenta come bolla sferica, morbida, trasparente e, soprattutto, commestibile. Può contenere ogni tipo di liquido, come bevande, soft drinks e liquori, da ingerire in una volta sola.

I polimeri delle alghe marine (agar agar) sono utilizzati da scienziati russi e indonesiani per realizzare involucri alimentari completamente commestibili per confezionare prodotti da frigo e da forno, carne, pollame e frutti di mare.

Il packaging per il vino sfrutta il cartone ondulato.

Finora le spedizioni via eCommerce hanno utilizzato buste richiudibili in polietilene a bassa densità (LDPE), una soluzione di imballaggio standard e a basso costo, ma si tratta di un materiale che finisce subito in discarica.

Il cartone ondulato sta invece diventando il protagonista del green fashion nell’eCommerce. Il brevetto Rollor, depositato in Olanda, è in grado di arrotolare i capi in modo da consentire di estrarre gli abiti dall’imballaggio senza sgualcirli.

Secondo uno studio dell’Università di Utrecht in collaborazione con Sustainable Packaging Coalition, la transizione ecologica nell’industria della moda, in particolare nell’ambito dell’abbandono degli imballaggi monouso (a favore di packaging riutilizzabile), può tagliare di oltre 80% le emissioni di CO2 e tagliare dell’87% i rifiuti di plastica nel settore.

Nel 2018 grandi brand come H&M Group, Stella McCartney e Inditex hanno siglato l’impegno da raggiungere entro il 2025, promosso da Ellen MacArthur Foundation, per:

La startup finlandese RePack, invece, noleggia imballaggi per e-commerce: quando il cliente riceve il prodotto, affranca l’imballaggio con un’etichetta di reso offerta dalla startup, lo piega e lo invia a RePack con posta ordinaria, ottenendo in cambio uno sconto sull’acquisto successivo. La startup pulisce e controlla la qualità dell’imballaggio, prima di rispedirlo ai negozi.

A puntare sull’economia circolare legata al packaging anche la statunitense Returnity che offre packaging per il B2B personalizzato da restituire per essere riutilizzato.

La francese LivingPacket scommette sul pacco “intelligente” con la scatola pieghevole. Si chiama “The box” ed è ideata per durare mille viaggi, grazie a un display che aggiorna gli indirizzi e le informazioni di spedizione utili alla logistica, e combina sensori con una telecamera integrata per controllare i contenuti della spedizione e le condizioni ambientali durante il trasporto.

Il sistema di tracciabilità e condivisione delle informazioni nel packaging riutilizzabile è peculiarità anche di LimeLoop: l’imballaggio vanta sensori GPS, che indicano dove si trovano le spedizioni, e segnalano dove e quando gli imballaggi vengono aperti.

Asus è stata pioniera dell’eco-packaging in fibra di bambù, materiale usato anche per i suoi notebook. Molto interessanti sono gli imballaggi selezionati da Apple, Dell e Samsung.

Da anni Apple utilizza il 100% di fibre ottenute in maniera responsabile per il packaging dei prodotti, ricavato da fonti sostenibili.

Dell utilizza materiali riciclabili e compostabili come il bambù, che rimpiazza cartone o plastica, e i funghi, usati per sostituire la schiuma o la plastica nel packaging di alcune componenti.

Samsung ha introdotto un packaging ecologico per la sua linea di notebook dal 2018, e di recente l’eco-packaging in cartone riciclabile ondulato ecologico della propria gamma TV.

Nel settore cosmetico si fa largo il tessuto non tessuto, a base di cotone rigenerato a basso impatto: il materiale, protettivo e resistente, serve a confezionare oggetti eleganti, ma fragili.

Interessante è il packaging monomateriale a elevata riciclabilità, o in materiali a base biologica compostabile come il Sulapac (tre settimane per decomporsi nel compost): è un materiale con la stessa resistenza (all’olio, all’acqua e alla penetrazione dell’ossigeno) della plastica, basato sugli scarti del legno, cellulosa e additivi naturali, creato da una startup vincitrice del Green Alley Award, lanciata da due biochimiche finlandesi.

La fecola di patate è utilizzata nel packaging cosmetico. Si chiama Potato Plastic, potrebbe sostituire gli oggetti monouso in plastica e il packaging cosmetico: è un materiale termoplastico, si ricava dall’amido di patata e cellulosa, con l’aggiunta solo di acqua.

La pandemia, da un lato, ha obbligato a adottare nuovi standard di sicurezza, dall’altro, ha rallentato gli investimenti in innovazione e sostenibilità. All’inizio dell’emergenza pandemica, le aziende sono tornate a usare la plastica rigida, ritenuta più sicura e affidabile. Nella seconda fase, le aziende farmaceutiche hanno ripreso il cammino nella sostenibilità: le scatole in cartone sostituiranno le confezioni in plastica rigida, usate per compresse e pillole. Infatti, il cartone flessibile richiede un minor consumo energetico rispetto ai tubetti in plastica.

In farmaceutica l’imballaggio per antonomasia sono i blister: un nuovo blister  termoforato a base di polietilene riciclabile (PE), ideato per rispettare i parametri di sicurezza, sostituirà le confezioni interne alle scatole che ospitano compresse e capsule, senza PVC, e con uno smaltimento più sostenibile.

In farmaceutica ridurre la plastica monouso e il vetro, soprattutto per i farmaci liquidi, è molto difficile. Comunque si registrano segnali positivi: alcuni colossi farmaceutici puntano a ridurre gli sprechi e le emissioni, altri a ridurre la plastica del 20% in alcune linee produttive.

Le aziende che vogliono intervenire efficacemente per realizzare packaging sostenibile, devono farlo in fase di progettazione.

Amazon, per migliorare l’imballaggio sostenibile, adotta un approccio basato “su test di laboratorio, machine learning, scienza dei materiali e partnership con i produttori”, in modo da estendere i criteri sostenibili a tutta la catena di distribuzione e imballaggio. Da tempo Amazon ha introdotto il Frustration-Free Packaging (FFP), con cui lo scorso giugno il colosso dell’eCommerce ha “ridotto il peso degli imballaggi in uscita del 36% e dal 2015 abbiamo eliminato oltre un milione di tonnellate di materiale da imballaggio, l’equivalente di due miliardi di scatole per le spedizioni”. In partnership con Procter & Gamble, ha sviluppato Tide Eco-Box, una versione concentrata del tradizionale detersivo, contenuto in una Eco-Box, prodotta riducendo la plastica del 60% e l’acqua del 30% rispetto a un flacone di plastica tradizionale. La busta di spedizione con imbottitura in carta di Amazon vanta “la stessa riciclabilità delle scatole di cartone ondulato, pur occupando meno spazio nel trasporto e nel bidone della raccolta differenziata”: è formata da quattro strati di carta e da un materiale di imbottitura a base d’acqua. Il suo punto di forza è di essere stata progettata per separarla con gli stessi sistemi con cui si rimuovono gli inchiostri di stampa e i rivestimenti della carta durante la procedura di riciclo della carta. Sul packaging, Amazon spiega ai clienti come riciclare i materiali di imballaggio.

Il colosso svedese, che ha dimezzato il packaging negli ultimi anni, ha scelto di sostituire il polistirolo con imballaggi biodegradabili derivanti da funghi e micelio. Già dal 2019, più del 92% degli imballaggi targati Ikea è a base di fibre. Il mushroom packaging (o MycoComposite) è stato sviluppato da Ecovative Design.

Apple, che già usa il 100% di fibre ottenute in maniera responsabile per il packaging dei prodotti, si è posta l’ambizioso obiettivo di utilizzare quanto prima solo materiali riciclati o rinnovabili: ha scelto la fibra di legno vergine come materiale a “ciclo chiuso”. Il colosso di Cupertino ha anche lanciato Restore Fund, una collaborazione con Conservation International e Goldman Sachs. È il fondo di 200 milioni di dollari investiti nel ripristino di foreste, paludi e distese erbose, per rimuovere almeno un milione di tonnellate di anidride carbonica ogni anno dall’atmosfera. L’obiettivo del colosso di Cupertino consiste nel diventare carbon neutral in tutta la sua catena del valore entro il 2030. Dal 2017, il 100% della fibra di legno vergine presente nel packaging dei prodotti Apple è ricavato da fonti sostenibili, come le iniziative di silvicoltura e working forest gestite responsabilmente in cui il Restore Fund punta a investire. Infine, Apple ha anche sostituito la pellicola di plastica dell’iPhone, dalla versione 12, con una cover in materiale a base di fibre per proteggere il display.

La multinazionale ha inventato una shopping bag che può si può velocemente trasformare in appendi-abiti. L’arte del riuso creativo, dove il packaging è realizzato per avere una “seconda vita”, rende un brand eco-friendly.

Samsung, il cui packaging ecologico sulla linea di notebook risale al 2018, di recente ha introdotto l’eco-packaging in cartone riciclabile ondulato ecologico nella propria gamma Tv. Con il “design a matrice presente su ciascun lato delle scatole dei televisori Samsung è possibile creare piccole nuove soluzioni d’arredo, capaci di contribuire a ridurre l’impatto ambientale”. Infatti il colosso sud-coreano ha optato per l’eco-packaging con cartone ondulato per incoraggiare l’upcycling per un riuso creativo.

Per il settore vinicolo, i designer di Smurfit Kappa, impegnati in un percorso verso la quasi totale eliminazione dei materiali plastici dagli imballi, hanno messo in cantiere la e-Bottle, dedicata a produttori, rivenditori e operatori logistici. La e-Bottle è realizzata in cartone, materiale sostenibile, resistente e in grado di proteggere le bottiglie durante i viaggi e gli spostamenti. Ma soprattutto è un packaging che usa il 72% di carta riciclata e ha ridotto del 44% l’utilizzo di materiale nell’imballaggio. Funziona: per scatole da tre bottiglie e multipli, fornito steso e già incollato, senza pre-montaggio e richiede un unico movimento; la soluzione BiPack ospita due bottiglie e vanta una grafica di grande impatto; per la bottiglia singola, c’è l’inserto a piramide per non nascondere l’etichetta o la soluzione a cubo per aggiungere QR code e informazioni per il cliente.

Un esempio di packaging sostenibile è la nuova scatola di cartone impiegata per spedizioni b2b nell’ambito dell’Automotive, dove alcuni veicoli a volte richiedono 7 confezioni per la spedizione per 30 mila pezzi. Secondo il Detroit Free Press, la nuova confezione chiamata “P2 Packaging”, un cartone facilmente ripiegabile, da rispedire, con pareti interne dove divisori (anche estendibili) creano scompartimenti modulabili per ospitare i pezzi. Un inserto incollato permette infatti di estendere i divisori così da ampliare del 68% lo spazio per imballare più parti. Contrassegni colorati sul lato delle scatole permettono di monitorare il numero di utilizzi: fino a 10 spedizioni, con un notevole risparmio per l’ambiente, visto che finora gli imballaggi venivano gettati e riciclati dopo un’unica spedizione.

Secondo un’indagine di Research and Markets, la domanda di imballaggi sostenibili registrerà un valore di circa 440,3 miliardi di dollari entro il 2025, al ritmo di incremento annuo di circa il 7,7%.

Un’impresa che utilizza packaging eco-compatibile, dimostra di avere una vocazione green. Già nel 2019, da una ricerca targata Edelman, risultava che il 71% dei consumatori rispondevano che le proprie decisioni di acquisto erano dettate dall’impatto ambientale di una società.

L’adozione del packaging sostenibile denota responsabilità sociale da parte dell’impresa. Secondo una ricerca Nielsen Global Survey of Corporate Social Responsibility and Sustainability (2019), è un fattore che fa crescere le vendite (+4%) rispetto alle aziende che non scelgono gli eco-imballaggi (+1%). Già nel 2019 la tendenza dei consumatori era a favore dei brand più responsabili socialmente: il 66% dei consumatori dichiarava di essere disposto a pagare di più per un marchio green, rispetto al 55% del 2014 e al 50% del 2013. Un trend in crescita.

L’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano ha osservato l’importanza di optare per soluzioni di packaging innovativo (62%) fra le imprese dell’economia circolare durante la pandemia: “È emersa l’importanza di tracciare e condividere le informazioni e il ruolo centrale del packaging, che attraverso tecnologie e materiali innovativi si è adattato al boom dell’e-commerce. Il traguardo di una transizione sostenibile e inclusiva “from farm to fork” si potrà raggiungere solo lavorando sulla circolarità delle risorse, sull’integrazione delle diverse innovazioni disponibili, sullo sviluppo e aggiornamento delle competenze degli operatori del settore e sulla costruzione di relazioni più solide e dirette fra i diversi attori della filiera agroalimentare”.

I passaggi per migliorare il packaging in ottica sostenibilità sono cinque:

Fin dalla progettazione, il packaging sostenibile fa dunque parte di una strategia sia legata alla protezione dell’ambiente che di supporto al brand, in un’era in cui i consumatori, e non solo i Millennial, preferiscono sempre più marchi che abbiano a cuore la responsabilità sociale e l’etica d’impresa, ma al tempo stesso offrano packaging d’effetto per assicurare un’emozionante storytelling in fase di unboxing (i video di apertura delle scatole sono i più cliccati sui social media, da Instagram a Tik Tok).

Per molte aziende, l’imballaggio è tanto importante quanto il prodotto, anzi, fa proprio parte delle “cinque P” del marketing mix: prodotto, prezzo, promozione, place e packaging. Ma solo l’imballaggio green è quello che da rifiuto sa trasformarsi in una risorsa, perché guadagna una seconda vita.

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