Plastica, quanta ce n'è nei laghi d'Italia? L'indagine di Enea, Cnr e Legambiente

2022-09-10 02:42:20 By : Ms. Tina Tang

Plastica , quanta ce n’è nei laghi d’Italia ? E soprattutto: quali sono i rischi per gli ecosistemi, i pesci e la salute? Sono le domande che si sono posti i ricercatori di Enea e del Consiglio nazionale delle ricerche, che in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente del prossimo 5 giugno, in collaborazione con Legambiente e Goletta dei Laghi, hanno condotto tre diversi studi. Le indagini puntano a conoscere l’impatto delle microplastiche sulle acque dolci: un ambito che, rispetto a quello marino, è decisamente poco studiato. Da questi studi, l’obiettivo finale è tutelare le risorse idriche superficiali. Che sono una percentuale marginale dell’acqua che ricopre il nostro Pianeta, ma che rappresentano la maggior parte di quella utilizzata per usi antropici.

Già dal 2016, Enea e Legambiente hanno intrapreso un percorso di analisi, monitoraggio e studio delle microplastiche nei laghi. “Le indagini nei laghi Maggiore, Iseo e Garda, hanno evidenziato un’abbondanza di microplastiche media per km² rispettivamente di 39mila, 40mila e 25mila” – spiega Maria Sighicelli, del Laboratorio Biodiversità e Servizi eco-sistemici di Enea – “La presenza dominante è di frammenti, ma anche di palline di polistirolo, di polietilene e di polipropilene. Le concentrazioni più elevate sono state riscontrate in prossimità di input fluviali e restringimenti del bacino idrico“. Alle indagini ha poi partecipato anche l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Cnr di Roma (Irsa-Cnr), che ha studiato i biofilm associati alle microplastiche, cioè l’insieme di comunità microbiche che colonizzano la superficie delle acque dolce. Gli studi sono stati così estesi anche al lago Trasimeno, a quello di Bracciano e a quello di Paola.

“Con le tecniche di biologia molecolare e di microscopia a scansione laser abbiamo indagato la diversità e la struttura della platisfera e definito la composizione microbica della componente batterica di questa comunità. Abbiamo scoperto che differisce molto dalle comunità planctoniche, ma questo dipende principalmente dal singolo lago campionato” – spiega Francesca Di Pippo dell’Irsa-Cnr – “Ci sono poi evidenze del ruolo chiave di alcune specie, che sono il ‘core’ di queste comunità, e che sono caratteristiche di biofilm presenti in molti ambienti acquatici“. Le indagini hanno evidenziato anche la presenza di batteri coinvolti nei processi di biodegradazione delle plastiche, mentre sono ancora in corso altri studi sui meccanismi di adesione dei microrganismi alle microplastiche, sui processi di biodegradazione, sul ruolo delle microplastiche come veicolo di trasporto e di diffusione di geni di resistenza agli antibiotici, di microrganismi acquatici e per l’uomo.

Un altro studio, condotto da ricercatori Enea e dell’Irsa-Cnr di Verbania, ha permesso di stabilire i potenziali rischi per la salute (dei pesci e dell’uomo) della presenza di microplastiche. In particolare, i dati raccolti riguardano l’ingestione di microplastiche da parte di uno dei pesci più comuni nelle acque dolci, il pesce persico (Perca fluviatilis). “Su 80 esemplari prelevati, abbiamo trovato frammenti di derivazione antropica nell’86% dei casi. Le medie più basse sono state riscontrate nel lago di Como, quelle più alte nel lago di Garda” – spiega Silvia Galafassi dell’Irsa-Cnr di Verbania – “I polimeri più comuni sono quelli più comuni nell’industria (polipropilene, polietilene, poliammide e policarbonato). Inoltre, come già confermato da altri studi, nei pesci con maggiore contenuto di microplastiche è stata riscontrata una più bassa frequenza di alimentazione. Questo evidenzia come le microplastiche interferiscano direttamente con l’attività predatoria dei pesci“.

I prossimi anni saranno decisivi per il nostro futuro.
L'informazione si è rilevata l'unica arma efficace contro la crisi climatica.
Aiutaci a fornire più dati, più testimonianze, più soluzioni.

Ci sono argomenti di cui nessuno parlava e che ora sono la priorità.
Da 30 anni lavoriamo per informarvi sulla risorsa più preziosa che abbiamo:
il nostro pianeta.