Shoppers in plastica, 4 su 10 non sono ancora biodegradabili

2022-09-24 02:57:08 By : Mr. Jennifer Chen

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Le buste di plastica tradizionali non possono più essere vendute nel nostro Paese dal 2018. Ma quante sono quelle - ad oggi - biodegradabili? Da un'indagine della Commissione Ecomafie emerge che ben 4 sacchetti per la spesa su 10 sono ancora in plastica.

Il 1° gennaio 2018 è stata una data storica per la tutela ambientale. A partire da quella data infatti è stato espressamente vietato l'uso di buste in plastica in negozi e supermercati. La norma prevedeva che anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri utilizzati nei reparti ortofrutta, gastronomia, macelleria, pescheria e panetteria, avrebbero dovuto essere biodegradabili e compostabili con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile del 40%.

Il condizionale però è d'obbligo, poiché un nuovo documento della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti una ha portato alla luce una realtà molto meno green di quella auspicata con l'entrata in vigore del decreto.

Le buste di plastica tradizionali - quelle molto inquinanti - sono ancora in circolazione e rappresentano il 40% degli shoppers totali ad oggi distribuiti nei reparti e alle casse per imbustare la spesa di tutti i giorni.

Si tratta quindi di 4 sacchetti su 10 non a norma, utilizzati soprattutto nelle bancarelle del mercato e nei negozi al dettaglio. Sul tema della circolazione illegale delle buste di plastica è intervenuta - nei giorni scorsi - la Commissione Ecomafie, che ha pubblicato la Relazione finale sul mercato illegale delle buste di plastica-shoppers.

Nel documento vengono riportati anche i controlli effettuati dalle forze dell'ordine, che hanno condotto al sequestro di centinaia di tonnellate di shoppers in plastica illegali. Sembra però che né le denunce, né tantomeno le sanzioni effettuate a produttori e stabilimenti, riescano ad arginare questo commercio illegale che ogni anno provoca danni alla biodiversità e inquina anche l'aria che respiriamo.

A produrre e diffondere le buste inquinanti non sono solo laboratori clandestini. In molti casi si tratta di aziende che producono anche gli shoppers biodegradabili, e che propongono alla clientela buste di plastica non a norma a minor prezzo, vendute senza rilasciare alcun documento fiscale, che vanno così a incrementare i profitti. Ancora una volta è però il Pianeta a pagare il prezzo altissimo dovuto all'utilizzo di borse inquinanti.

Per chi produce e vende buste di plastica monouso non biodegradabili è prevista una sanzione amministrativa che va da 2.500 a 25.000 euro, elevabile fino a 100.000 euro se la violazione riguarda ingenti quantità di shoppers o rappresenta un valore merce superiore al 10 per cento del fatturato. Sanzione penale invece per chi applica sulle buste diciture che possano trarre in inganno, come l'etichetta "biodegradabile - compostabile" che non corrisponda al materiale con cui è stata realizzata la busta.

è l'energia solare osservata ai limiti dell'atmosfera sull'unità di superficie perpendicolare ai rag...

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Ultimo aggiornamento Sabato 24 Settembre ore 04:57

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